Magazine I nostri amici animali

La controcultura di Tarzan

Da Lipesquisquit
Gli slogan migliori contro l’abbandono degli animali domestici sono quelli che inneggiano alla sterilizzazione, così, come se niente fosse. Sono così belli, civili e convincenti che io non riesco neanche a pensarli, tantomeno a leggerli, perché, qualunque cosa pseudorazionale ci scrivano, per me il messaggio resta sempre lo stesso: “Perché abbandonarlo? Lui con te non lo farebbe mai! Staccagli le palle, piuttosto, o raschiagli le ovaie, che gli fai un favore”.La stessa parola è geniale: sterilizzare, cioè rendere asettico, sistemare, ordinare, una parola che sa di igiene e di scienza, e che non dà affatto l’idea di una mutilazione consapevolmente inflitta nelle parti intime di un animale solo perché noi pensiamo che per lui sia meglio così (beninteso: se hai un male ai testicoli o alle ovaie, allora te li tolgo, me li toglierei anch’io, ma giusto se è questione di vita o di morte; a casa mia, il normale funzionamento dei genitali non è un male da guarire).L’abbandono degli animali è una barbarie, quello assolutamente si, mentre la sterilizzazione assolutamente no, togliere i gioielli di famiglia a un cane o a un gatto che, mannaggia a loro, tendono a fecondare tutto quello che si muove, oppure togliere le ovaie a una cagnetta o a una gatta che, pensa quanto sono stupide, si lasciano fecondare da quelli di cui sopra, ecco, questo è razionale, anche perché cos’altro vuoi fargli fare? Io stesso ho provato un sacco di volte a spiegare ai gatti e ai cani come si mette il preservativo o come funziona la pillola anticoncezionale, ma devono essere cattolici, perchè proprio non gli interessa.
Il problema è che c’è un prezzo da pagare per entrare nella civiltà degli umani, ovvero si deve sottostare al sistema globale di ordine e di controllo, quella roba che ci rende meno felici ma più sicuri, alla Freud, e ne consegue che gli animali non possono entrare nella nostra civiltà così come sono, cioè non possono essere completamente cani o gatti, perché un cane vorrebbe correre e sbavare e rotolarsi e cagare e pisciare per segnare il territorio e scopare e prendersi inconsapevolmente malattie e partorire dove capita, così come un gatto vorrebbe arrampicarsi e cacciare topi e grattarsi le unghie e seppellire la sua cacca e scopare e prendersi inconsapevolmente malattie e partorire dove capita anche lui, ma queste cose – che per un animale sarebbero la libertà – in casa non sono tollerabili.Per entrare nella casa degli umani, devi essere o un umano, o un soprammobile, o al massimo qualcosa di simile a uno dei due, e a cosa serve il progresso, se non a trovare compromessi indolori per noi, e spietati per gli altri? Dunque, eccoti il compromesso: basta togliere i genitali a un gatto o a un cane, rendendolo più simile a un tostapane che a un animale, ed ecco che può stare nel nostro habitat.

E’ la stessa logica di “Misery non deve morire”. Paul è tanto carino e mi piace, ma non vuole stare in casa mia perchè vorrebbe poter usufruire del suo libero arbitrio; fortunatamente, però, io sono Annie e sono psicopatica, perciò lo tengo con qui me perché gli voglio tanto bene, e voglio fargli capire con tutto il mio amore malato che lui deve fare quello che voglio io, e se non capisce, bè, pazienza, gli spezzo gli arti, così non si muove più e il problema è risolto.Con gli animali, idem: sei tanto carino e ti voglio qui con me, cane o gatto o qualunque cosa tu sia, però non puoi stare in casa mia perché le tue esigenze fisiologiche sembrano essere incompatibili con la civiltà umana, e poi c’è anche il fatto che la natura è pericolosa, là fuori saresti libero ma ti ammaleresti, potresti morire o finire sotto un camion, mentre qui con me invece staresti bene, pensa, potresti vivere per sempre, come me del resto, e quindi ecco cosa faccio: ti rimuovo il sesso, così non vai più in calore e il problema è risolto.Vedrai che sarà facile, sarà quasi come la vita vera, potrai comunque giocare e saltare e leccarti e perdere il pelo, nonché giocare col mio iPad e farti filmare quando farai le cose buffe da animale tutto matto, così poi ti metto su Youtube e ti mando a Paperissima e stiamo vicini vicini e ci facciamo due risate. È tutto bello e divertente, vedi? Solo che, piccola postilla, devi farlo senza palle e senza ovaie.

Il fatto, molto semplice e comprensibile anche dall’intelletto animale, è che l’accostamento “animale domestico” è un ossimoro. Un animale domestico potrebbe star bene giusto se l’umano che lo ospita abitasse in campagna, cioè dove l’animale avrebbe abbastanza natura a disposizione per poter fare l’animale in santa pace, con tutti i rischi che normalmente comporta la libertà. Se invece si abita in città, e l’unico spazio naturale che l’animale riesce a vedere è il parco mezz’ora al giorno, allora siamo davanti ad un’autentica, triste vita da cani, dove però fortunatamente il padrone è molto felice, e dove la ciliegina sulla torta è la sterilizzazione dell’animale. Per il suo bene, ovviamente, o forse per il nostro, ma tanto sono la stessa cosa.Un animale, obiettivamente, non dovrebbe stare nella casa dell’uomo a far compagnia all’uomo, perché la casa è un ambiente artificiale per umani. La casa degli umani è ripulita, verniciata, arredata, allacciata alla rete elettrica, alla rete telefonica, alla rete idrica, alla rete del gas, a internet, è dotata di un sistema di allarme, è coibentata, è climatizzata, è profumata, è invidiata dai vicini, se è di tua proprietà ci devi pagare l’ICI, e, indovina un po’, è sterilizzata, in tutti i fottutissimi sensi. Noi sterilizziamo gli animali non per il loro bene, ma perché è la nostra casa ad essere sterilizzata, ordinata e regolata, e anche la nostra vita lo è, lo siamo anche noi: la nostra mente, per poter fare tutte le cose che facciamo da ‘umani’, deve essere sterilizzata dalla roba naturale, altrimenti siamo bestie. Non è strano, si chiama civiltà, gli umani la praticano da quando hanno cominciato a seppellire i morti e a costruire palafitte, ma appunto: gli umani.I nostri amici pallette di pelo, invece, non sono così, semplicemente perché al mondo c’è la biodiversità, noi siamo umani e loro sono animali, e non me ne frega veramente un cazzo di quanto tu, amante degli animali, sia convinto che il tuo cane abbia carattere e stile proprio come te e che la tua gatta sia elegante e di classe proprio come te: non–sono–umani, non puoi renderli umani, e non è rendendoli simili ai soprammobili che gli migliorerai la vita, perciò, se vuoi tanto bene al tuo cane o al tuo gatto, cerca di capire cos’è un animale e trattalo come tale.Se poi ci tieni proprio tanto a fare in modo che qualcuno in questo mondo non si riproduca, bè, io una mezza idea ce l’avrei.

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